Nel 1966, grazie alla sensibilità e all’intraprendenza di alcuni promotori di fronte al pericolo della scomparsa delle antiche testimonianze della civiltà valligiana, iniziò l’attività del Museo Onsernonese, il cui obiettivo era ed è tuttora la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico, etnografico e culturale di questa regione.La sede del museo si trova nel villaggio di Loco, direttamente sulla strada cantonale. I principali nuclei tematici delle collezioni del museo vanno dall’industria della paglia ai costumi tradizionali delle donne, dai casi dell’emigrazione al lavoro contadino e alla vita quotidiana, da espressioni artistiche – tra le più rilevanti la collezione delle opere del pittore Carlo Agostino Meletta (1800-1875) e dello scultore Ermenegildo Degiorgi Peverada (1866-1900) – all’arte sacra, per concludere con la presenza in Onsernone, per tutta la prima metà del Novecento, di importanti personalità del mondo culturale europeo. Quest’ultimo aspetto ha dato origine ad un’ampia ricerca sul tema «L’Arca d’Onsernone. Terra di rifugio e di ispirazione».Queste testimonianze della storia della Valle Onsernone in parte sono presenti nell’esposizione permanente, in parte costituiscono il materiale per mostre temporanee.
Museo Onsernonese
Mulino di Loco
Il mulino ad acqua con macine in pietra, risalente al XVIII sec., dopo un’attenta opera di restauro e di ripristino del suo funzionamento, è di nuovo attivo dal 1991. Ha così potuto ricominciare la macinatura del mais per produrre la farina da polenta. Il Museo Onsernonese ha inoltre creato le premesse per la rinascita e la rivalorizzazione della farina bona, una specialità onsernonese, ottenuta da successive macinazioni del mais leggermente tostato.Situato in prossimità della strada cantonale, sopra un dirupo che sovrasta la spettacolare cascata del riale Bordione, il mulino di Loco – unitamente a quello di Vergeletto – è rimasto la testimonianza viva dell’importante attività molitoria di tutta l’Onsernone, dove alla fine dell’Ottocento si contavano ben 27 mulini in funzione, ora quasi tutti scomparsi o inattivi.Al piano superiore, vi è un’esposizione didattica che illustra la storia e le tecniche di macinatura dei cereali, mentre al piano inferiore vi è il locale con le macine in pietra, messe in movimento dalla ruota ad acqua esterna. La farina da polenta e la farina bóna sono venduti direttamente durante le ore di apertura del mulino e del museo.