Giovanni Peverada

Allievi SE Isorno 2001/2002

La “Gesa di Spond”

Auressio

Attorno all’anno 1444 c’era, nella località detta “Spond”, una piccola cappella. All’interno vi era un dipinto che raffigurava la Madonna con il bambino Gesù tra le braccia.

 

Nel vicino paese di Auressio abitava gente povera che viveva praticando l’agricoltura e l’allevamento del bestiame.


In questo paese viveva anche una giovane coppia di sposi: Caterina e Pedro Nizzola. Erano sposati da tre anni e c’erano spesso delle discussioni in famiglia perché ancora non avevano figli.
Pedro si arrabbiava con Caterina e a volte la picchiava perché pensava che il fatto di non avere figli fosse esclusivamente colpa sua.
– Non sei stata ancora capace di darmi dei figli. Guarda le tue sorelle, guarda le altre famiglie del paese, noi invece ….
– Mi spiace Pedro, io faccio quel che posso, devi avere pazienza


– Smettila ! Ripeti sempre le stesse cose.

 

Pedro in realtà un figlio lo voleva a tutti i costi non tanto per la gioia di diventare papà ma perché con un erede avrebbe ricevuto la tanto desiderata eredità dello zio Carlo Nizzola.

Un giorno Pedro tornò a casa dai campi ubriaco e più nervoso del solito e subito riprese con le solite accuse a Caterina.
Allora …. Sei incinta o no.
– Mi spiace … stava per dire Caterina, ma Pedro la interruppe:

– Ho appena visto lo zio Carlo che mi ha detto: “Sei il mio nipote prediletto e tutti i miei averi saranno i tuoi appena vedrò sgambettare per casa un figlio.
Così la mia eredità avrà un futuro e nel tempo resterà per molti anni alla famiglia Nizzola.
– Pedro, non è la prima volta che tuo zio dice queste cose, le sappiamo quasi a
memoria … vieni qua a riposarti che mi sembri un po’ strano questa sera …
– Ma che strano! Io sto benissimo, vuoi forse insinuare che sono ubriaco ?
E si mette a picchiare la povera Caterina.

– Basta Pedro, ti supplico, lasciami stare mi fai male!
Pedro, per tutta risposta, la cacciò di casa: “Vattene fuori di qui, incapace!”

 

Caterina, piangendo a dirotto, si incamminò verso Loco, dai suoi genitori. Lei era una Peverada e quando c’erano discussioni in casa andava spesso a Loco.

Arrivata alla “Capèla di Spond” Caterina si fermò, come faceva spesso, a pregare la Madonna. “Aiutami tu! Pedro mi ha di nuovo picchiata.Guarda quanti lividi. Sono disperata, la mia vita è diventata un inferno !”
Tu sì che sei beata con il tuo bambino tra le braccia!
Ah … potessi anch’io avere un bambino da stringere al petto …

 

Come d’incanto la Madonna si inginocchia e porge il suo bambino a Caterina!

 

Caterina molto emozionata bisbiglia un “grazie” tra le lacrime, prende il bambino e lo culla a lungo tra le sue braccia.

 

La Madonna rimane così come la possiamo vedere ancora oggi con le braccia in avanti nell’intento di porgere il bambino.

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Dopo avere a lungo stretto il bambino, colma di gioia per questo regalo, Caterina continua il suo cammino fino a Loco e giunge alla casa dei suoi genitori esausta.

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La mamma di Caterina l’accoglie. – Povera figlia! Cos’è successo ? –
– Giacomino ! –
– Sì zia ? –
– Vai a chiamare il curato che Caterina sta male !
– Va bene zia, corro !

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Arrivato alla casa parrocchiale chiamò: Don Luigi! Don Luigi!
– Cosa c’è Giacomino ? –
– Caterina sta molto male, sta per morire! Vieni subito!
– Quel Pedro l’avrà picchiata un’altra volta … questa volta non la passa liscia però, disse Don Luigi, preparando l’olio santo e il viatico.

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Giunse a casa di Caterina appena in tempo per sentire le sue ultime parole:
– Oggi alla “Capèla di Spond” mi sono fermata a pregare e la Madonna mi ha donato il suo bambino.
Detto questo Caterina chiuse gli occhi per sempre … Don Luigi fece il suo dovere impartendo gli olii santi. Tutti pregarono.

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In seguito si incamminarono verso la “Capèla di Spond” : la mamma, Don Luigi e Giacomino. “Andiamo a vedere se il bambino è ancora tra le braccia della Madonna!” disse Giacomino.
Sulla strada incontrarono Maria, Lucia e Pina Bezzola. – Venga a vedere Don Luigi. La Madonna delle Grazie non ha più il bambino tra le braccia.

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Giunti sul posto videro che effettivamente la Madonna se ne stata con le braccia aperte. senza il bambino Gesù ! Subito si resero conto di essere alla presenza di un miracolo e si inginocchiarono a pregare.

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Dopo un po’ sentirono un leggero scroscio d’acqua … con grande sorpresa videro che lì vicino, a quaranta piedi da loro era sgorgata una sorgente.

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La gente del paese si radunò a pregare e lodare la Madonna. In seguito tutti si diedero da fare per ricordare degnamente l’evento costruendo la “Gesa di Spond”, così come la vediamo adesso.

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All’interno della chiesa si trova la statua della Madonna delle Sponde senza il bambino – che a noi fa piacere pensare in Paradiso in braccio a Caterina – all’interno vi sono le testimonianze dei suoi numerosi miracoli raffigurati su una decina di ex-voto.

 

Versione riadattata, completata e rinnovata dagli allievi e maestri

dell’Istituto scolastico di Isorno
LOCO, giugno 2002

Personaggi e interpreti:

La Madonna delle Sponde Arianna Pessina
Caterina Nizzola-Peverada Caterina Mancini
Pedro Nizzola Celeste Joller
Carlo Nizzola Loris Ghizzardi
Don Luigi Flurin Planta
Mamma di Caterina Chantal Philipona
Giacomino Chandra Stocker
Maria Bezzola Tessa Garbani-Marcantini
Lucia Bezzola Florence Carcano
Pina Bezzola Serena Strub
Narrazione e aiuto regia Matteo Beldì
Fotografia Loretta Bressani Pedroli
Costumi Susi Rusconi

Registrazioni e composizioni Ilario Garbani Marcantini

L’originale della leggenda si trova su un messale della “Confraternita delle Sponde” trascritta da Giovanni Peverada il 20 ottobre 1780.

Una seconda versione di Annina Volonterio la si può leggere sull’opuscolo “Ricordo del centenario delle Sponde di Auressio”, pubblicato nel 1949 in occasione del centenario.

Le prime notizie riguardanti un oratorio si trovano in un memoriale scritto nel 1776:

” Anno domini 1610: incominciò il popolo di Auressio il tempio della beata Vergine Maria delle Sponde nel luogo della di lei apparizione per adempiere il voto. Tutto il popolo lavora all’edificio. La chiesa della B.V Maria col titolo delle Grazie è benedetta dal sacerdote Pietro Brogino con gran concorso del popolo d’Onsernone e delle valli tutte.